Anniversario di Perrault: l’omaggio di Google

Oggi Charles Perrault compie 388 anni. Google ha dedicato un Doodle alle fiabe più belle di Perrault.

Oggi, 12 gennaio 2016 ricorre il 388esimo anniversario della nascita di Charles Perrault, e per celebrare e ricordare l’occasione Google ha preparato un doodle ispirato alle sue più belle fiabe.

perrault

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Charles Perrault è conosciuto per la pubblicazione del libro “I racconti di mamma Oca“, che conteneva ben 11 fiabe ancora oggi molto conosciute e apprezzate. Tra queste ricordiamo: “La bella addormentata”, “Il gatto con gli stivali”, “Pollicino”, “Cappuccetto Rosso” e “Cenerentola”.

Charles Perrault raccolse le fiabe della tradizione popolare e le arricchì con riferimenti alla vita dell’epoca (della società francese del suo tempo), marcando in modo importante l’aspetto morale dell’intera fiaba.

A distanza di oltre 300 anni il lavoro e la passione di Charles Perrault sono ancora apprezzati e ricordati in tutto il mondo, dimostrazione evidente che l’eco delle grandi opere e della forte passione è destinato a durare in eterno.

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“C’era una volta un re e una regina ch’erano tanto dispiaciuti di non aver figli, ma tanto dispiaciuti da non potersi dir quanto. Tutti gli anni andavano nei più diversi luoghi del mondo a far la cura delle acque; voti, pellegrinaggi, ricorsero a tutto, ma nulla giovava. Alla fine però la Regina si mise ad aspettare e mise al mondo una bambina.” – LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO

C’era una volta un gentiluomo il quale in seconde nozze si pigliò una moglie che la più su perba non s’era mai vista. Aveva costei due figlie che in tutto e per tutto la somigliavano. Dal canto suo, il marito aveva una ragazza, ma così dolce e buona che non si può dire: doveva queste qualità alla mamma, che era stata la più brava donna di questo mondo. Subito dopo fatte le nozze, la madrigna diè sfogo al suo malanimo. Non potea soffrire le doti della giovanetta, che rendevano ancor più odiose le figlie sue“. – CENERENTOLA

Un mugnaio, morendo, non lasciò altra eredità ai suoi tre figliuoli che un mulino, un asino e un gatto. Le divisioni perciò furono presto fatte, e non ci fu bisogno di chiamare né il notaio, né il procuratore, i quali avrebbero finito col mangiarsi anche quel poco che c’era. Il maggiore si prese il mulino, il secondo l’asino e il più giovane dei fratelli dovette accontentarsi del gatto.” – IL GATTO CON GLI STIVALI –

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